Il metodo Nelfe: Allena-Menti e allenamenti

Inauguriamo la sezione “Pillole Nelfe” con un argomento a me caro. Spesso chi si interfaccia con il mio studio mi chiede:”Cosa si fa dopo il VacuLife? In cosa consistono gli allenamenti? Cos’è il VacuLife? E l’elettrostimolazione? In quanto dimagrisco?”. Quindi ho pensato di cogliere la palla al balzo ed inserire in questa nuova rubrica mini articoli con l’unico scopo di rendere il mio cliente più consapevole, informato e per capire ancor meglio cosa aspettarsi una volta varcata l’entrata della Nelfe! Oggi voglio rendervi partecipi della mia idea di allenamento, quella che è stata la mia quotidianità in anni e anni di basket e la mia opinione sull’approccio di molti a questa attività in modo pigro e approssimativo.

Il nostro corpo si abitua ad ogni cosa: a mangiare, a dormire, alle temperature. Pertanto non è impossibile che si abitui anche alla fatica ed allo sforzo, cioè all’allenamento. Al fine di poter realizzare tale adattamento sono necessari una serie di strumenti, tra i quali spicca la necessità di determinare allenamenti sempre diversi, mai uguali nel tempo. Per fare questo bisogna partire dalla constatazione che un elemento importante da considerare è quello di applicare variazioni continue ai propri allenamenti. Tali variazioni servono prevalentemente ad evitare che il nostro corpo possa adattarsi e quindi non raggiungere traguardi successivi migliori. Le variazioni possono consistere in: carichi, numeri di ripetizioni, tempi di recupero, esercizi, attrezzi utilizzati ed ordine degli esercizi. Si comprende in questo modo l’efficacia fondamentale di eseguire allenamenti sempre diversi.

…Ma quando parliamo di allenamenti svolti in vario modo, introducendo esercizi sempre nuovi, si tende a considerare quel tipo di allenamento che viene definito “funzionale”…

Una scheda che ci spinge ad eseguire per 6\8 settimane gli stessi esercizi troverà come esito nessun esito, nel senso che il nostro corpo, essendosi abituato a quel tipo di sforzo, non produrrà miglioramenti. Per tali ragioni i mass-media e diversi centri sportivi prediligono e diffondono l’idea che il fitness sia prevalentemente un’attività utile per stare bene con sé stessi, per apparire esteticamente più belli e più forti, spinti dalla motivazione decisamente errata che tutto ciò sia perseguibile senza particolari ed eccessivi sforzi. Infatti l’errore di fondo è da ricercare nel pensiero più o meno diffuso che il “fitness” sia un’attività con cui raggiungere obiettivi senza troppa fatica. Questo è naturalmente da porre fuori discussione, anzi bisognerebbe evitare di seguire schede nei centri sportivi o passarvi intere giornate, rinunciando così a spese inutili. Bisogna diffidare dalle tante promesse che vengono fatte per il raggiungimento di grandi risultati con poca fatica perché queste resteranno sempre e solo promesse irrealizzabili. La riprova è che chi frequenta la Nelfe sa perfettamente che l’utilizzo del VacuLife o dello stesso abbinato all’allenamento implica un notevolissimo sforzo e impegno ed è proprio per questo che io, in fase conoscitiva con il mio cliente, tendo sempre a specificare che non siamo in grado di fare miracoli, ma garantiamo risultati proporzionali all’impegno profuso nel tempo di “stazionamento” in studio.

…È opportuno di conseguenza migliorare sempre le proprie capacità fisiche creando una cooperazione con il proprio corpo tenendolo in movimento, senza estraniarsi e senza alienare l’allenamento dall’atletismo…

Non è pensabile poter raggiungere risultati dormendo o stando in spiaggia a leggere un libro nel rilassamento totale. Bisogna fuoriuscire dall’orbita in cui sia possibile lavorare senza faticare. Questo non accadrà se si intende apportare vantaggi al proprio corpo. Lo stesso discorso vale anche per i macchinari isotonici che permettono di lavorare utilizzando un solo muscolo alla volta. Bisogna tenere a mente che questi macchinari non aiutano l’atleta, ma lo tengono fermo impedendogli i naturali movimenti a catena. Si pensi ancora al periodo delle origini, a quando l’atleta faceva solo sport senza l’ausilio di macchinari, dove l’allenamento era naturale e quindi funzionale. Pertanto il mercato crea illusioni che non hanno riscontri reali: il “fakeness” non funziona!